Uno dei grandi misteri del giro del centenario, fino a ieri, era sul perchè i corridori fossero stati i primi ad accettare un giro cosi’ brutto.
ad inserirsi comunque nel quadro… che vede un percorso (anzi, uno
"show") velocissimo e scattante inserito a meta’ corsa, col gruppo
ancora folto e la bagarre nel vivo.
Cio’ che piu’ stupisce della protesta di Milano e’ la reazione di Zomegnan,
una reazione stizzita e permalosa, come farebbero un Berlusconi o un Beppe Grillo qualunque. La reazione di chi comincia a sentirsi bruciare
il culo dopo aver tanto decantato un "prodotto" dimostratosi scadente
agli occhi di tutti i suoi "fruitori", prima ancora di essere arrivati
a meta’.
Ed e’ quasi un peccato che l’organizzazione abbia reagito cosi’, perche’
avrebbe potuto comunicare tutt’altro in questa occasione. quello che,
involontariamente, hanno comunicato i corridori stessi.
La protesta dei ciclisti del giro non poteva che avvenire a Milano,
infatti, benche’ ci siano passaggi ben piu’ pericolosi in questa corsa;
basti pensare a quello che si e’ visto negli ultimi 3 giorni per non
parlare dell’imminente crono delle 5 terre, ove si rischia realmente
l’osso del collo. Cio’ che e’ mancato a Milano e’ stata la piu’ banale
attenzione nel "rendere sicuro" un tracciato che si’ era rischioso ma
non certo da kamikaze. Ed e’ questo cio’ che hanno detto tutti i
corridori e tutti i commentatori "onesti": nessuno si impunta sulle
curve strette, ma tutti giustamente alzano la voce se il gruppo del
giro d’italia deve aggirare un’auto in doppia fila o fare
l’equilibrismo tra le rotaie del tram. Il target di questa rivolta,
caro Zomegnan, e’ Milano, non il giro.
Perche’
solo la bassezza dell’amministrazione milanese e’ arrivata a permettere
cose del genere, e chi sulle strade della citta’ ci pedala ogni giorno lo
sa bene: un fiorire di auto in seconda o terza fila sempre impunite,
parcheggi selvaggi su ogni passaggio, buche estremamente pericolose,
strade dissestate, pali pericolanti, rotaie del tram inutilizzate e
lasciate da anni di taglio a centro strada, tombini affilati e
sporgenti, curve allagate dopo poche ore di pioggia…
non e’ nemmeno piu’ disattenzione, e’ malafede ormai, a fronte di denunce e segnalazioni che arrivano da ogni lato.
E ce n’era anche di piu’ da dire sulle strade milanesi di ieri: con buona
parte del centro bloccato, il comune aveva predisposto dei varchi lungo
tutto il percorso, soprattutto per i veicoli di sicurezza, eppure si è
arrivati a far deviare un’ambulanza con a bordo un cicloamatore
investito da un’auto (in condizioni gravi) causa varchi inagibili, e
non perchè passasse la corsa ma perchè le transenne erano state fissate
al cemento!
Se
e’ vero che le proteste per la sicurezza dei corridori sono sempre
sacrosante (anche se tante volte ci si chiede perche’ non pensino alla
loro salute anche quando si fanno alcune punturine…), questa
occasione tracima oltre la competizione di questo strano giro
d’itaglia, e va ad investire il rapporto quotidiano tra ciclista e
metropoli.
Una lezione che lo stesso Zomegnan avrebbe potuto cogliere, uscendone con una figura un po’ meno da coglione.
Ma la velocita’ di pensiero, si sa, e’ qualita’ rara nelle persone…
Pero’, anche sull’ultimo protagonista di questa vicenda. Com’e’ che la voce dell’amministrazione
milanese non si e’ sentita da nessuna parte? Com’e’ che, anche a fronte
delle accuse precise e provate, i vigili sono rimasti in silenzio?
…
e dire che delle auto parcheggiate lungo il tracciato, in evidente in
sosta vietata e pericolosa, sono state effettuate riprese da tutte le
televisioni, con targhe comprese.
scommettiamo che, nonostante prove lampanti, non saranno mai sanzionate?
Un giro di merda in una citta’ di merda.
Tutto torna. Una sottile linea rosa.