Storie Minori

Anche nel calcio e nelle sue derive sociali, esiste la storia ufficiale, di televisioni e giornali mainstream, e quella minore, spesso meno aulica, ma sempre più schietta e intrigante. Le vicende di Calciopoli e la recente emergenza ultrà, sono due esempi piuttosto lampanti circa il modo di proporre visioni del mondo che passano, infine, come le versioni definitive della nostra storia. Su Calciopoli si è proceduto in modo schiettamente italiano: dapprima titoloni e grida di scandalo, poi, piano piano, tutto rientrato, trafiletti da leggere con la lente di ingrandimento. La magagna è scoppiata, si è dato fiato alle trombe, si è identificato il Grande Male (Moggi) poi è arrivato il momento di voltare pagina e fine. Così gli stessi eventi possono essere letti in più modi, specie ricordando episodi che, pur nella corale denuncia, sono stati sapientemente oscurati. Perché va bene dire che nel calcio c’era un cancro, meno bene è fare il disturbatore anti sistema, continuare a ciurlare nel manico dei mali del calcio, quando c’è un campionato (noioso) da rendere appetibile per pay tv e carrozzone.

Continue reading “Storie Minori”

La Gloria ai Posteri

 

Il 28 febbraio 2008 come ogni giorno dell’anno cadevano numerosi anniversari: tra gli altri uno di particolare interesse per questo blog era quello della morte, avvenuta per arresto cardiaco, del giornalista Giorgio Tosatti. Ieri tutti i giornali gli dedicavano almeno una pagina intera della propria sezione sportiva, in particolare un corsivo di Fabio Monti sul Corriere della Sera, dove il giornalista scriveva ultimamente la sua colonna. Premetto che questo post non è adatto ai teneri di cuore, per cui armatevi del giusto cinismo.

La domanda da cui partiamo è semplicemente: perché nel ricordare una persona che è morta, con tutto il dovuto rispetto per i defunti e per i vivi che ne soffrono ancora, si deve falsare la verità? Fabio Monti poteva tranquillamente dire che gli mancava un collega e un amico, oppure raccontare con umana nostalgia la presenza di una persona cara scomparsa un anno prima. Era proprio necessario, per lui come per tutti gli altri, parlare del suo ruolo di giornalista, soprattutto dimenticandosi la grama figura che ne è uscita dalle intercettazioni degli ultimi scandali.

Lo diciamo subito per non incorrere in facili generalizzazioni: Giorgio Tosatti non era il peggiore tra i giornalisti sportivi, non era il più venduto né il più scandaloso nel suo asservimento a chi di volta in volta rappresentava il potere. Ma non era uno stinco di santo, e quindi beatificarlo post mortem ci sembra un’operazione poco corretta nei confronti di uno sport che appassiona milioni di persone. E’ certo però che Tosatti avesse un rapporto intimo con Moggi e con tutta la cricca di persone che stavano al vertice del potere calcistico fino al 2006 (dal 199x almeno tra l’altro, molte delle quali ancora in circolazione e del tutto impunite), e che non disdegnasse le relazioni con questa banda di abietti criminali pallonari. Allora per piacere non vendeteci l’immagine dell’opinionista integerrimo e di valore. Vendeteci l’immagine di un giornalista che come mille altri si è arrangiato e che in questi giorni se fosse ancora vivo sarebbe chiaramente nella posizione simile a quella del suo collega Mario Sconcerti, agitato come un saltimbanco per capire quale sia il nuovo padrone ma senza eccedere per potersi salvare in corner qualsiasi cosa accada. Di gente con la spina dorsale il giornalismo italiano è drammaticamente sprovvista (ma questo sarà argomento di un altro post).

PS: in un’altra delle intercettazioni che ho consultato per scrivere questo post, a onor del vero e a dimostrazione di come Tosatti non fosse certo il peggiore, ma uno che faceva parte abbastanza comodamente di salotti in cui il più pulito ha la scabbia, Pairetto e Moggi si lamentano proprio delle posizioni del giornalista sul sorteggio arbitrale puro (opinione meritoria che gli va riconosciuta), e del fatto che non riescano a posizionare in cima alla selezione degli arbitri qualcuno che "faccia sembrare tutto normale". Di chi stanno parlando secondo voi? Di quale foglia di fico dal grande talento truffaldino staranno mai discutendo i due schifosi? Indovinate? Ma proprio di Pierluigi Collina, attuale designatore. A pensare male si fa peccato ma ci si azzecca sempre (soprattutto in politica) e di conseguenza per capire come vanno ancora le cose basterebbe guardarsi un po’ intorno e scegliere con cura i bersagli contro cui lanciare strali, che raramente sono i più comodi per non ammettere i propri errori.

PPS: avevo scritto di più ma la sorte informatica oggi mi è avversa.  

Giro giro tondo

A un anno dai tragici eventi di calciopoli, e con in vista solo una spolverata mediatica di calciopoli bis (che senza qualcuno che parli difficilmente diventerà meno ridicola della sua prima versione), facciamo un po' di verifiche su quanto sia cambiato il mondo  del calcio alla ricerca di credibilità e pulizia.

 

Continue reading “Giro giro tondo”

Galliani, luci…e ombre

«Il Milan del futuro dovrà ricordare l’organizzazione di società come Warner Bros e Walt Disney».

Lo ha detto Adriano Galliani qualche tempo fa. Sicuramente il calcio italiano futuro, e passato, è sempre apparso in bilico tra produzioni di teatro dell'assurdo e commedia dell'equivoco italiana. Adriano Galliani ha visto oggi diminuire la sua pena inflitta nei processi sportivi di calciopoli: dal 23 dicembre sarà di nuovo nelle sue piene potenzialità di dirigente milanista. Alzi la mano, in prima battuta, chi si accorgerà della differenza, che tanto siamo in Italia.


Continue reading “Galliani, luci…e ombre”