Un uomo decisamente basso

“Basso è pentito e vuole collaborare”, “Birillo sono io”, “Basso ammette le sue colpe”… e via di seguito, sono un piccolissimo campionario delle centinaia di titoloni e parole sprecate sulla vicenda Basso negli ultimi giorni.

Un corridore di primissimo piano, dominatore del Giro 2006 e sul podio dei Tour 2004 e 2005, da quasi un anno coinvolto in uno scandalo doping, decide di ammettere le sue colpe… di più, decide di raccontare tutto all’ufficio indagini, per smascherare un sistema criminoso altamente organizzato. Questa è la lacunosa sintesi della vicenda. Ma, come tutte le vicende che riguardano il ciclismo, ancor più quando di mezzo ci sono farmaci, medici, sangue e “maneggioni” la vicenda è ben più elaborata. E soltanto una piccolissima frazione dei suoi dettagli giungerà agli occhi e alle orecchie dei tifosi, ed arriverà dalle indagini in corso da un anno, non certo dalla pagliacciata del pentimento-show di Ivan Basso.

Basso, dunque, perchè è lui oggi il centro della vicenda. Il suo pentimento tanto vale lasciarlo perdere, talmente è parziale e tardivo: quello che i tromboni federali (e, ahimè, anche qualche commentatore) definiscono un “gesto di coraggio” altro non è che l’ultima scappatoia per un ragazzo vistosi messo tremendamente alle strette. L’udienza del 2 maggio ha mostrato a Basso come in procura ci fossero tutte le carte per acclarare il suo coinvolgimento a fondo nella vicenda: DNA, SMS, MMS, FAX ed ogni altro genere di sigle compresi… La scelta, la non-scelta, stava a lui ed era molto semplice: sfoderare la faccia di culo definitiva recitando un mea culpa orgoglioso, oppure cadere sotto lo sputtanamento mediatico e legislativo. Parliamo ancora di pentimento? Pietà…

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Gianluigi Buffon, un balilla d’oro: ci scommetto!

Buffon è stato archiviato in merito all'accusa di calcio scommesse: avrebbe infatti giocato (cifre astronomiche, su vittorie istantanee, due secondi e via mille euro…) su altre partite e in fin dei conti con i soldi suoi, ci fa quel che vuole.
Il 19 novembre 1995 Gianlugi Buffon fa il suo esordio in serie A a 17 anni, in Parma Milan, che finisce zero a zero. Da lì comincerà la sua inarrestabile carriera che lo porterà alla Juventus, alla Nazionale, alla vittoria di scudetti e coppe, compresa quella del mondo.

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Galliani, luci…e ombre

«Il Milan del futuro dovrà ricordare l’organizzazione di società come Warner Bros e Walt Disney».

Lo ha detto Adriano Galliani qualche tempo fa. Sicuramente il calcio italiano futuro, e passato, è sempre apparso in bilico tra produzioni di teatro dell'assurdo e commedia dell'equivoco italiana. Adriano Galliani ha visto oggi diminuire la sua pena inflitta nei processi sportivi di calciopoli: dal 23 dicembre sarà di nuovo nelle sue piene potenzialità di dirigente milanista. Alzi la mano, in prima battuta, chi si accorgerà della differenza, che tanto siamo in Italia.


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Palloni dorati, gambe tese, gomiti larghi. Vita di Fabio Cannavaro, calciatore.

[Premessa 1

Quest’articolo inaugura la sezione di AdMinchiam che verrà dedicata ai protagonisti del mondo dello sport. Il titolo della sezione “Vite delli uomini illustri” è uno sfacciato plagio di una sezione del Cattomoderasta, cui dobbiamo almeno una parte di ispirazione…]

 

[Premessa 2 (flashback)

Quest’articolo evidentemente inaugura anche l’attività di AdMinchiam: un occhio sullo sport ripulito da patriottismi, politicismi, buonismi e… reumatismi. Un progetto che nasce senza sapere dove andrà a finire, ma nel quale ogni contributo sarà ben accetto e incoraggiato.

Uno sputo sull’informazione sportiva così come viene propinata dai media mainstream, uno sputo regalato con le parole dell’unico, grande, Professore del mondo del calcio:

“Lei, laggiù in fondo, mi deve ascoltare. Altrimenti io sto qui a parlare ad minchiam” (Prof. Franco Scoglio, rivolto ad un giornalista in conferenza stampa).]

  

Fabio Cannavaro ha vinto il pallone d’oro 2006. Una notizia di scarsissimo interesse, è vero. Quanto è vero che scarso è l’interesse che ormai stimola il premio assegnato dalla rivista francese, una sorta di teatrino in bilico tra i “contentini” geopolitici stile Nobel per la letteratura e gli interessi commerciali alla Festival di Sanremo. Le motivazioni sono evidenti: nell’anno del mondiale bisogna premiare che ha vinto la coppa del mondo; e quando tra i vincitori manca un campione o un leader, si premia il capitano che è più facile da trovare nelle foto. Tutto qua.

Cannavaro è uno dei vincitori della coppa del mondo, rocambolescamente conquistata dalla nazionale “poropopopo” italiana… una squadra in cui i fenomeni, con Totti in ombra causa infortunio, scarseggiavano. Ed ecco che, come dieci anni fa, si ripiega sul capitano: allora fu il carismatico Sammer in una Germania campione d’europa nonostante un Klinsmann autore di un europeo anonimo, stavolta è Fabio Cannavaro. Del premio in questione, si sarà capito, mi importa poco; ne ha scritto già, molto bene, Paolo Ziliani; mentre altri ne hanno approfittato per scrivere di un premio assegnato alla razza piave. Mi interessa di più esaminare il vincitore, non foss’altro perchè quest’ultima onoreficenza lo indica come uno dei calciatori più forti del mondo, forse anche come un esempio. Tanto vale, dunque, andare a vedere chi è tale Fabio Cannavaro…

 

 

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