Giro giro tondo

A un anno dai tragici eventi di calciopoli, e con in vista solo una spolverata mediatica di calciopoli bis (che senza qualcuno che parli difficilmente diventerà meno ridicola della sua prima versione), facciamo un po' di verifiche su quanto sia cambiato il mondo  del calcio alla ricerca di credibilità e pulizia.

 

In FIGC non c'è più Carraro, che era impresentabile, ma che tra un grado e l'altro di giudizio è stato dimenticato, e come dice il proverbio, posizionato lontano dagli occhi, lontano dal cuore: delegato italiano all'UEFA, tifa contro Platini, e si fa negare l'Europeo 2012 (con Platini che vota per l'italia!) che sembrava cosa già fatta. La rabbia di chi aveva già preparato appalti e appaltini è greve, ma sopravviverà con la promessa di tantissimi nuovi stadi attraverso la legislazione di emergenza. In compenso c'è Abete in FIGC, un uomo non certo nuovissimo, che da vent'anni lucida con le suole il pavimento del transatlantico, romano e romanista DOC che è abituato a trattare con i palazzi, questione quantomai necessaria in un momento in cui per la prima volta una donna e un uomo ignoranti di pallone quasi per caso riescono a rompere le uova nel paniere ai soliti noti. Un po' di ovatta e vaselina e passa tutto, nema problema, jack.

In Lega l'Uomo Nuovo si chiama Matarrese, il cui elenco di ex partecipazioni e ruoli è talmente lungo da non meritare fonti (usate liberamente Google o Wikipedia). Il suo vero pregio nell'Italietta è quello di avere la faccia come il culo, paro paro tutti gli altri magnati del calcio, della politica, dei soldi in generale. Le sue uscite ad ogni evento peculiare ne sono la riprova, e farebbe ridere la sua facciatostaggine se non fosse lo specchio esatto del marcio che circonda il circo del pallone. In ogni caso Matarrese si circonda subito degli alleati giusti, promette briciole alle piccole, e si mette al fianco Galliani (che dopo venti anni di spartizioni con Giraudo si è sentito un po' fottuto dall'arraffamento di Moggi che con lui non spartiva nulla e si teneva tutto per sè) e Moratti (che deve fare la solita figura del pirla che prende i calci in bocca e si accontenta del bacino della buona notte riparatorio (nel suo caso uno scudetto surgelato e uno semifreddo). Si candida come vice in FIGC per non dare la sensazione che cambi proprio tutto tutto, ma viene bocciato per mettere Gussoni (che conta come il due di picche).

Di arbitri in serie A non dovrebbe essercene più neanche uno, considerato che tra inciucci con l'eroico Meani (salvatore del Milan che senza la sua ammissione di colpa ma di distacco dalla società avrebbe preso molti più schiaffi) e sudditanza a Big Luciano saranno rimasti in due con la coscienza quasi pulita. Di necessità si fa virtù e chi non è condannato ma solo tinto dallo sporco viene risciacquato in candeggina  e rispedito in campo. Alcuni casi fanno gridare vendetta, come quello di Morganti o quello di Trefoloni, ma nessuno tra la stampa sembra più aver voglia di parlare.

Dal punto di vista delle società, la più pulita delle quali ha la rogna, veniamo a vedere come si configura il prossimo campionato.

La Juve ha messo un pupazzo dal doppio cognome regale a fare finta che gli Agnelli non c'entrino più nulla. I giochi li regge Secco e compagnia cantante (che nessuno sembra disposto ad ammettere che fosse esembra ancora essere il tirapiedi di Moggi). La società continua a dichiararsi vittima, come se venti anni di schifezze nessuno li avesse visti. Dovrebbe andare in C per calciopoli bis, ma non ci sarà nessuna inchiesta e nessuna retrocessione.

Il Milan ha scampato per un punto la possibilità di partecipare in Champions League, l'ha vinta e ha così cancellato ogni macchia. Nessuno anche qui sembra ricordare il compianto Meani e le sue telefonate, né che Galliani è incazzato non tanto per l'inibizione, scontata scontatissima praticamente in saldo, ma perché per 20 anni aveva pensato di spartirsi tutto (diritti tv, giocatori, soldi, campionati e coppe), mentre ha dovuto scoprire da perfide intercettazioni che i suoi sospetti erano veri: Moggi se lo inculava a sangue sottraendogli parte del bottino. Come si sa tra ladri gentiluomini non c'e' crimine peggiore. Cane non mangia cane, ma un cane solo deve rimanere. Per questo ha goduto della gogna pubblica per Moggi, che ne ha ridimensionato il ruolo pubblico, ma non certo il potere. Ha dovuto subire un anno di felicità per i cugini nerazzurri, ma sapendo che durerà poco e tutto tornerà come prima se n'è anche fregato. Intanto Berlusconi prepara l'ennesima campagna elettorale grazie alla "squadra di eroi".

L'Inter e gli interisti si crogiuolano nell'agognato scudetto, facendo finta di non vedere le nubi all'orizzonte. L'anno prossima la realtà sarà amara: solite partite sospette, soliti vincenti, soliti perdenti. Forse qualche briciola in più per non dare la sensazione che sia proprio tutto tutto tanto uguale come lo è in effetti. E Moratti e compagni non potranno più lamentarsi dato che sono parte del giro del fumo anche loro, anche se nella veste di designati sconfitti sul campo. Inoltre Moratti avrà già giocato le sue cartucce con calciopoli uno, ma non si perdonerà mai di non aver affondato il coltello abbastanza per conquistare per sé quello che era di altri, ovverosia il potere.

Roma, Lazio, Fiorentina fanno le damigelle di accompagnamento, quelle che non entrano nei grandi giochi e per cui sembrano più pulite. Ma ricordatevi che le cortigiane erano al centro dei più turpi intrecci anche nel passato. Così Roma e Lazio sono entrambe ex patrie di Moggi, la Roma dei Sensi è quella protagonista dei regali agli arbitri, la Lazio di Cragnotti è meglio non citarla, e il modo in cui sono uscite Lazio e Fiorentina dal primo girone di calciopoli è solo ridicolo.

Delle piccole è meglio non parlare neanche, dato che navigano nel brodo di coltura delle grandi e si nutrono delle loro briciole e in molti casi dei loro riflessi… deformanti. 

Il calcio d'altronde non è sport per signorine, e soprattutto non è sport.

Fonti interessate: Oliviero Beha, Paolo Ziliani, bauscia, repubblica.it (per gli audio su calciopoli uno e due), un po' di sani libri che non troverete in rete, un po' di sano realismo, due occhi per guardare.

Manca ancora una parte sul ruolo di media e giornalisti, asserviti da un lato all'impero berlusconiano e dall'altro all'influenza sottile degli Agnelli e dei loro eredi. Nessuno vuole scoperchiare il vaso mefitico di questa Pandora delle schifezze, e nessuno vuole veramente rimanerci invischiato, neanche quelli che fanno i paladini della giustizia a corrente alternata come i Beha o i Ziliani. Un mondo dell'informazione veramente limpido è ancora lungi da venire e se d'altonde deve rispecchiare i fatti di cui dovrebbe parlare, il marcio del ritratto di Dorian Gray è un pallido paragone…