Galliani, luci…e ombre

«Il Milan del futuro dovrà ricordare l’organizzazione di società come Warner Bros e Walt Disney».

Lo ha detto Adriano Galliani qualche tempo fa. Sicuramente il calcio italiano futuro, e passato, è sempre apparso in bilico tra produzioni di teatro dell'assurdo e commedia dell'equivoco italiana. Adriano Galliani ha visto oggi diminuire la sua pena inflitta nei processi sportivi di calciopoli: dal 23 dicembre sarà di nuovo nelle sue piene potenzialità di dirigente milanista. Alzi la mano, in prima battuta, chi si accorgerà della differenza, che tanto siamo in Italia.


Ciak, si gira

L'evento merita un commento: Carraro multato, Galliani alla fine anche. Molto semplice, due multe, quale sistema, quali guardalinee, pensassero ad arbitrare meglio. Come al solito in Italia le decisioni più scandalose arrivano a fari e microfoni spenti. Mille parole, mille pagine e più per spiattellare i commenti sui culi delle hostess di Moggi e Co. E poco spazio, quasi nullo, per sentenze che arrivano quando la gente è meno attenta.

Galliani però – più di Carraro (uomo-sempre del paese, non solo del calcio) – rappresenta l'evoluzione dal calcio all'italiana (non privo di ombre e scandali, ma più umano) al calcio italiano “moderno”. E' lui l'incarnazione del calcio televisivo (lui e Berlusconi ovviamente, seguiti a ruota da Juve e affini)

E' infatti il Milan dell'ultimo decennio, il vero e proprio motore del calcio moderno in Italia (per calcio moderno, a scanso di equivoci, intendiamo quel calcio fondato sul marketing, sul calcio in tv e non negli stadi e sul controllo totale di quanto avviene allo stadio (ci mancano, ora che ci pensiamo, le guardie private, ma qualcuno già ha accennato all'ipotesi), biglietti a prezzi assurdi, schedature, diffide, Pisanu. Tutto discende da lì: i tifosi sono una merce da dare in pasto agli inserzionisti e allo stadio si deve stare come al cinema, mica crederete che sia reale?. Chi ci guadagna? Le televisioni. Chi le ha? Eh, dai fate uno sforzo anche voi!

Santo Subito

Galliani, brianzolo del 44, come il suo capo si è fatto da solo…nella combriccola che conta ci entra nel 1979 dopo essersi diplomato e aver lavorato come impiegato al Comune di Monza per otto anni. Poi crea una società che lavorava nella produzione di apparecchiature per la ricezione dei segnali televisivi. Quando Craxi accende le antenne a Berlusca, Galliani si fa sotto: nel 1979 con Silvio fonda la prima tv commerciale italiana, poi (se ne occupa lui, di persona personalmente, dicono i suoi agiografi) nel 1980 nasce Canale 5.

E' fidato, Berlusca lo adora per la sua sensibilità a compiacere il Capo e nel 1986 lo nomina amministratore delegato del Milan: il calcio è una passione infantile per Galliani che non ce lo immaginiamo proprio con gli scarpini.

Fino a che il presidente operaio non si occupa di politica, Adriano si muove tra le quinte portando a termine l'operazione di marketing del Milan: e il gioco, e il calcio spettacolare, e Franco Baresi e Paolo Maldini, il Milan Lab, Milanello, Milan Store, Mediaset che pompa, ecc. Galliani è l'artefice, nel bene e nel male, dello stile Milan. E' lui più ancora che Berlusconi che porta il calcio televisivo allo stadio: Mundialiti, trofei Berlusconi, coppe Spiaggia in precampionato. Diretta televisiva, sponsor, partite inutili che diventano ricettacoli di soldoni. Tanto, pensa Adriano, ancora qualche anno e arriva la vacca grassa: i diritti televisivi, meglio mettersi in prima linea.


Fiat Lux

Il Milan vince gioca, ma quando perde, la realtà viene a galla. Il 24 marzo 1993 a Marsiglia si gioca il ritorno di Marsiglia- Milan quarto di finale di Champions League. All'andata 1-1 e al novantesimo del ritorno il Milan è sotto di 1-0. Quando la partita sembra ormai terminata si spegne uno dei riflettori dell'impianto.

La cronaca su Repubblica di allora: «Si poteva trovare anche uno spillo’- assicurano i fotografi: il gioco può riprendere. La gente è compressa a stento ai bordi del campo, Karlsson prende la palla per andare a porla sul vertice dell' area milanista, dove si era spenta l' ultima azione. Ma Galliani si oppone e richiama con forza la squadra oltre la linea di fondo. Inultilmente Taveggia e Ramaccioni ricordano che bisogna comunque finire la partita, se anche si vuol avanzare richiesta scritta. Calciatori smarriti, Galliani irremovibile, Sacchi avvilito. 105' : sono passati 15' esatti dal tiro di Waddle quando Karlsson fischia la ripresa del gioco e subito dopo con il classico triplice fischio la fine dell' incontro.

Il tutto, con i francesi immobili sul campo e gli italiani altrettanto immobili dietro la porta. Negli spogliatoi viene preannunciato un reclamo sul risultato. Nessun giocatore è abilitato a parlare dell' accaduto, Sacchi raggiunto ai piedi del pullman dai cronisti francesi è lapidario: Hanno passato il turno quelli che l' hanno meritato.» Berlusconi tenterà di rimediare ma la frittata è fatta. Anzi deve arrivare la chicca vera. Ragionando su quanto sarebbe potuto costare al Milan quel comportamento antisportivo, Galliani procede per metafore ed esempi imbarazzanti: «Si va dalla pena pecuniaria alla sospensione per l' eternità. Se per 39 morti hanno dato cinque anni di squalifica, le conseguenze a due invasioni di campo dovrebbero costarci un po' meno»

Quisquilie giudiziarie

Nel novembre 2002 è prosciolo per il caso Lentini (il pagamento in nero fu confermato dallo stesso presidente del Torino di allora, uno dei tanti banditi che hanno avuto a che fare con la storia recente del Toro, Borsano) grazie alla prescrizione dei reati di falso in bilancio. Gli succede anche a seguito del rinvio a giudizio nel 2003 per fondi neri, ma ormai il calcio è in mano sua e della Triade: è il loro accordo tacito (di mercato, sui diritti, negli appoggi politici) a fermare per dieci anni l'evoluzione tecnica del calcio italiano e ad allontanare la gente dagli stadi, piazzandoli in poltrona a sentire “cinque secondi per noi!”. Milan, Juve, Juve Milan: un duopolio che scricchiola quest'estate, ma sappiamo tutti come è finita.

In attesa che i pm di Napoli ci facciano sapere se Adriano insieme all'allegra combriccola sarà rinviato a giudizio per calciopoli, adminchiam per tutti!


P.S. Piccoli consigli di lettura per menti sgombre da incombenze di vita (cioè pochi), ma si possono sempre mettere in luoghi tattici per letture rapide ma continuate nel tempo…:

I padroni del pallone. Da Galliani a Cragnotti, tredici ritratti sulla crisi del calcio, Crosetti Maurizio, Baldini e Castoldi

L'invasione dell'ultracalcio, Pippo Russo, Ombre Corte

Il Pallone nel burrone, S. Napolitano, M. Liguori, Editori Riuniti


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