Palloni dorati, gambe tese, gomiti larghi. Vita di Fabio Cannavaro, calciatore.

[Premessa 1

Quest’articolo inaugura la sezione di AdMinchiam che verrà dedicata ai protagonisti del mondo dello sport. Il titolo della sezione “Vite delli uomini illustri” è uno sfacciato plagio di una sezione del Cattomoderasta, cui dobbiamo almeno una parte di ispirazione…]

 

[Premessa 2 (flashback)

Quest’articolo evidentemente inaugura anche l’attività di AdMinchiam: un occhio sullo sport ripulito da patriottismi, politicismi, buonismi e… reumatismi. Un progetto che nasce senza sapere dove andrà a finire, ma nel quale ogni contributo sarà ben accetto e incoraggiato.

Uno sputo sull’informazione sportiva così come viene propinata dai media mainstream, uno sputo regalato con le parole dell’unico, grande, Professore del mondo del calcio:

“Lei, laggiù in fondo, mi deve ascoltare. Altrimenti io sto qui a parlare ad minchiam” (Prof. Franco Scoglio, rivolto ad un giornalista in conferenza stampa).]

  

Fabio Cannavaro ha vinto il pallone d’oro 2006. Una notizia di scarsissimo interesse, è vero. Quanto è vero che scarso è l’interesse che ormai stimola il premio assegnato dalla rivista francese, una sorta di teatrino in bilico tra i “contentini” geopolitici stile Nobel per la letteratura e gli interessi commerciali alla Festival di Sanremo. Le motivazioni sono evidenti: nell’anno del mondiale bisogna premiare che ha vinto la coppa del mondo; e quando tra i vincitori manca un campione o un leader, si premia il capitano che è più facile da trovare nelle foto. Tutto qua.

Cannavaro è uno dei vincitori della coppa del mondo, rocambolescamente conquistata dalla nazionale “poropopopo” italiana… una squadra in cui i fenomeni, con Totti in ombra causa infortunio, scarseggiavano. Ed ecco che, come dieci anni fa, si ripiega sul capitano: allora fu il carismatico Sammer in una Germania campione d’europa nonostante un Klinsmann autore di un europeo anonimo, stavolta è Fabio Cannavaro. Del premio in questione, si sarà capito, mi importa poco; ne ha scritto già, molto bene, Paolo Ziliani; mentre altri ne hanno approfittato per scrivere di un premio assegnato alla razza piave. Mi interessa di più esaminare il vincitore, non foss’altro perchè quest’ultima onoreficenza lo indica come uno dei calciatori più forti del mondo, forse anche come un esempio. Tanto vale, dunque, andare a vedere chi è tale Fabio Cannavaro…

 

 

Cannavaro nasce a Napoli, e nella squadra della sua città cresce ed esplode, in un’epoca immediatamente successiva all’aurea parabola maradoniana. Abbandona Napoli quando arriva la classica “offerta irrinunciabile” degli anni ’90, per andare a godersi (lui e Ferlaino) i miliardi della Parmalat di Tanzi. Tra parecchie prestazioni autorevoli, gambe tese e gomiti larghi, Cannavaro si afferma come uno dei centrali più forti d’italia e, come il Parma comincia ad affondare, viene presto destinato al Milan per la consacrazione definitiva. È l’estate del 2002 e i giochi sembrano già fatti: il Milan si rinforzerà con Cannavaro, così da rispondere al clash dell’acquisto di Nesta da parte dell’Inter. Le cose vanno diversamente, e i giochi dei procuratori invertono le destinazioni per i due centrali della nazionale con il Milan che annuncia l’acquisto di Nesta a un’ora dalla chiusura del mercato. Il passaggio nerazzurro di Cannavaro coincide con due anni abbastanza “anonimi” nella sua carriera, tanto che alla prima occasione ghiotta il difensore, ormai assistito dalla famigerata Gea, si trasferisce alla Juventus in una delle operazioni di mercato più grottesche degli ultimi anni: a Torino va il capitano della nazionale italiana, a Milano arriva il misconosciuto portiere uruguayano Carini…

E come in tutte queste “favole” il protagonista rifiorisce: due stagioni alla Juventus caratterizzate ancora da ottime prestazioni, da gambe tese e gomiti larghi… Cannavaro si rilancia, vince due scudetti e un mondiale (primi trionfi di altissimo livello della sua carriera). Ma, come si vede spesso in questa storia, appena il fondale della barca inizia a far filtrare un po’ d’acqua, il prode calciatore indossa il giubbotto di salvataggio e si getta in fuga. È il caso recente dell’estate delle intercettazioni: la Juventus viene privata dei due scudetti e retrocessa in B, Cannavaro firma un ricchissimo contratto con la prima squadra del mondo (il Real Madrid) e saluta Torino.

Fin qui, la storia lineare della stupefacente carriera del giocatore. Ma il Cannavaro che vorrei raccontare è il protagonista di una storia che si svolge poco sui campi e tanto nei dintorni. Una storia per episodi curiosamente accaduti o venuti a galla tutti quanti negli ultimi anni, a fronte di una carriera più che decennale.

 

Il primo episodio è probabilmente il più celebre. Alla fine dell’aprile del 2005 la Rai trasmette un filmato in cui un difensore italiano di primissimo piano si inietta una flebo riprendendosi con la videocamera. È Fabio Cannavaro, è la vigilia della finale di Coppa Uefa 1999, stravinta dal Parma contro l’Olynpique Marsiglia. Nel giro di poche ore si appura che il prodotto iniettato è Neoton, un ricostituente assolutamente lecito secondo il codice di giustizia sportiva, un farmaco che tornerà alla ribalta durante il processo alla Juventus, in quanto parte dell’arsenale farmacologico dello spogliatoio bianconero. Una legittimità, quella del prodotto, che riuscirà incredibilmente anche a legittimare il fatto che un professionista di 25 anni, in pieno della salute, si inietti un farmaco destinato alla cura di cardiopatie scherzando col proprio dottore: “’A bomba!… Tutta dentro, dotto’!…”

 

Il secondo episodio avviene su un campo. Cannavaro è un difensore rude ed atletico, una sorta di Vierchowod modermo, ed è normale che i suoi interventi siano sempre al limite dell’entrata pericolosa. La particolarità di Cannavaro è la facilità (e l’impunità) con cui riesce a valicarlo questo limite. L’episodio citato è un esempio tra tanti, forse il più esplicativo. Lazio-Juventus, 23 aprile 2006, a pochi minuti dall’inizio, a centrocampo, Cannavaro compie la più classica entrata-killer sulle gambe di Mudingayi, provocandogli la frattura scomposta della tibia. Macabra coincidenza vuole che fosse la terza frattura inflitta da Cannavaro a un laziale in 16 mesi (dopo Muzzi e Behrami). Il triste epilogo della vicenda vede il difensore partire da Roma senza nemmeno preoccuparsi di chiedere scusa alla vittima.

 

Si arriva alla madre di tutti gli scandali: “Calciopoli”, giugno del 2006. Uno scandalo presto rimosso grazie alle notizie recapitate dalla Germania. Il capitano della nazionale viene convocato a deporre in procura, sembra per questioni di scommesse ma il tutto verrà incredibilmente secretato in nome del “bene della nazionale” (sic!). In conferenza stampa, il giocatore ribadisce ad ogni costo l’onestà e la bravura di Moggi, architetto (ed unico condannato) di un sistema di turbativa del campionato italiano durato anni. Lo ribadisce con davanti agli occhi e testi di numerose intercettazioni, uno sputtanamento nazionale senza precedenti, evidentemente non sufficiente per incrinare la sportività di Fabio Cannavaro.

Forse perchè il difensore non è ancora risultato protagonista di queste telefonate. Lo sarà pochi giorni dopo quando verranno a galla i retroscena del suo surreale trasferimento alla Juventus nel 2004.

Moggi: "Allora lo possiamo fare anche oggi: fai chiamà Ghelzi (Ghelfi vicepresidente Inter), gli dici che vuole andà via". Cannavaro: "Come?" Moggi: "Fai chiamare Ghelzi, ooh.. come si chiama là, brindellone alto… il Presidente!" Cannavaro: "Facchetti" Moggi: "Facchetti. Fai chiamare Ghelzi e Ghelzi lo farà. Gli dici: guarda, io voglio andà via perché non sò considerato dall'allenatore e stop". (…) "Dagli una telefonata di brutto, dai! Poi richiamami, dai!" 

Ma, sia ben chiaro, il campionario di cattiverie e mezzucci che descrivono la storia di questo calciatore potrebbero applicarsi a chissà quanti altri; la moralità non è cosa di questo mondo. Eppure resta in testa il ronzio di un ultimo particolare, che si ricollega a quella banale storia di una cessione alla Juventus architettata “nell’ombra”. Ed è il particolare più triste di tutta questa vicenda.

Il 4 settembre scorso, a Milano, muore il presidente dell’Inter Giacinto Facchetti. Lo stesso giorno la nazionale è in ritiro e i giornalisti raccolgono tra i giocatori italiani alcune opinioni. Inevitabile quella di un capitano, al quale andrebbe insegnata quantomeno la dignità del silenzio: “Facchetti era una persona straordinaria… Il capitano dei capitani… Ci mancherà” e via di seguito.

Già, Brindellone…

 

 

12 Replies to “Palloni dorati, gambe tese, gomiti larghi. Vita di Fabio Cannavaro, calciatore.”

  1. dare il pallone d’oro a cannavaro e’ come dare il ministero delle pari opportunita’ a pacciani.
    detto questo il pallone d’ora vale quanto la mitropa cup e/o la coppa intercontinentale.

  2. non ci conosciamo no.
    pero’ il tuo blog l’ho sempre letto con gran piacere, e qualche commento qua e la’ l’ho pure lasciato, ma raramente. le vite delli uomini illustri sono sempre fantastiche. 🙂

  3. “detto questo il pallone d’ora vale quanto la mitropa cup e/o la coppa intercontinentale”. bene, ma quante cazzate scrivi. innanzi tutto perchè ti becchi 1 milione di euro a diventare pallone d’oro, eppoi perchè sei solo un povero invidioso

    trotto al galoppo alle otto

    poveretto te…

  4. nn è affatto vero!!!cannavaro è 1 grandissimo calciatore con miliardi di triliardi di qualita’!!ki pensa il contrario è 1 cretino/a!!!
    6 mitico !!fabio 6stupefacente!!!!

  5. fabio spero che potrai leggere qst:i miei conoscono i tuoi!!si sentono spesso!!xche’ io nn ho qst fortuna cm tutti gli altri??!!ti amo ,nn pensare alle cose che ti dicono gli altri !!tu sei il migliore in assoluto e ti amo follemente!!
    LA TUA AMATA CITTA’ TI ASPETTA!!FORZA NAPOLI

  6. FABIO SENTI:TU HAI FATTO LA FONDAZIONE CANNAVARO FERRARA,E QST A ME MI RENDE 100000 VOLTE + FELICE,MA 1 COSA:NN DIRMI CHE STATE PROGGETTANDO LO SCAMBIO DELLO STADIO SAN PAOLO ,PER POI FARNE 1 ALTRO A SCAMPIA??!!
    GUARDA CHE IO TI AMO + DI ONIALTRA XSONA AL MONDO ,E MI DISPIACEREBBE SAPERE CHE 1 COME TE PORTEREBBE VIA 1 COSA PREZIOSA COSì….IO TI DICO A SCAMPIA NN CI VADO A VEDERE LA PARTITA!!C’è SOLO BRUTTUSSIMA GENTE!!TI AMO SEI IL MIGLIORE CONTINUA COSì!!CAMBIA SOLO IDEA QL!!OKAY???!! TI TENGO D’OKKIO AM,ORE!!!6 FRESCO E TOSTO!! GLI ALTRI INVECE SN CALDI E MOSCI!!AHAH

  7. CANNAVARO INVIDIOSO DI CHI ??APPILATEVI CHE SIETE SOLO DEGLI SCEMI CHE SCRIVONO E NN PENSANO!!!FABIO E MITICO E DI CERTO MEGLIO DI VOI SI…………..TI AMOOOOOOOO

  8. cannavaro tu e tuo fratello siete troppo belli vi adoro vi seguo sempre siete bellissimi vorrei fare qualcosa per vedervi per baciarvi siete stupendi vi amooooooooooooooo! P.s.fatevi vedere più spesso in tv e poi volevo sapere una cosa, ma paolo è sposato? baci

  9. Fabio è bellissimo è vero ma è anche un giocatore spettacolare oK’ siete degli stronzi! Poi Fabio a differenza di altri calciatori napoletani,insieme a Ciro Ferrara ha una fondazione oK???? andate a fan culo! Fabio 6 un mito e tu sai chi sono! ti voglio bne e tu sai quantO!

  10. Fabio Cannavaro è una persona d’oro ! Basta rompergli le scatole , ha sempre dimostrato la sua bravura e tutti i premi che ha ricevuto li ha meritati ! Per favore basta accuse contro di lui perchè quando abbiamo vinto il mondiale mi sembra che un pò tutti hanno capito che si sbagliavano sul suo conto .. o era solo l’emozione del momento? beh allora se era solo l’emozione del momento dovete fare un poco pace con il cervello!
    Fabio Cannavaro sei il migliore !

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