Il Tramonto delle Cassanate

Il calciomercato si è aperto ufficialmente ieri e fino al 31 gennaio terrà col fiato sospeso milioni di tifosi, non di calcio ma di calciomercato.

L'anno scorso "il talento di Bari Vecchia" alias Cassano lasciò la Roma per tentare la fortuna in Spagna, in uno dei più prestigiosi club al mondo, il Real Madrid.

 

Tanta panchina e tanta dieta aspettando colui che reputa come un padre, Fabio Capello colui che a Roma viene chiamato semplicemente "l'infame".

Ma ora che anche Capello ha scaricato "il genietto" si torna nuovamente a parlare di lui nel Calciomercato. Unica novità è che il suo valore è di nuovo sceso, ora costa solo 4 mil, sicuramente meno di Quagliarella, e soprattutto c'é la fila non per acquistarlo bensì per rifiutarlo.

Tramonta così, non ancora 25enne, un talento vero del calcio italiano ma soprattutto un "non" calciatore. Colui che credeva di ripetere le gesta di Maradona rimarrà quello che è: uno sciocco proletario arricchito.

Pensava che attraverso i suoi comportamenti "fuori le righe" potesse ripetere le gesta de El Pibe ma Diego era un proletario vero, campione di solidarietà e di umanità, colui che stava sempre nelle giusta barricata.

Odiava i potenti e i padroni e contro di loro giocava sostenuto da folle adoranti.

Cassano no, odia e basta. Ma neanche si può dire che abbia il coraggio di odiare. La sua sfrontatezza è soltanto l'arroganza del "bullo di quartiere" che pensa che tutti debbano pendere dalle sue labbra.

C'é una differenza che salta agli occhi tra i due e tra chi si ostina a paragonarli:

prendete un ex compagno di squadra di Diego e di Antonio. Del primo tutti ne parlano e ne parleranno bene mentre del secondo, semplicemente, nessuno mai lo farà.

La seconda differenza è che Diego amava giocare al calcio, in un mondiale come sotto casa sull'asfalto, mentre Antonio no. Troppo tronfio e gonfio nelle sue auto di lusso da decine di migliaia di euro. Tutto qui, senza se e senza ma.

Non c'é altro da aggiungere su chi qualche settimana fa si vantava di non aver mai chiesto "scusa" a nessuno e che mai lo farà. 

Io da ex tifoso (che non l'ha mai particolarmente amato) sono contento del suo tramonto. Stufo di aver visto così tanto talento sprecato come tanto se ne vede nei campi di terra del sud del mondo. Stufo di atteggiamenti drogati e viziati da un mondo che non dovrebbe appartenere a chi ha sofferto e fatto la fame pur di arrivare. Stufo di non vedere passione tra chi pratica un gioco divertente guadagnando come il pil della propria città.

Dunque "Goodbye, Antonio" un (quasi) giocatore che ha deluso non solo se stesso ma una città intera e soprattutto un "quasi" uomo incapace di fare qualcosa che dovrebbe riuscirgli facile, far divertire e divertirsi.

A mai più, soprattutto con la maglia dell'As Roma. 

 

2 Replies to “Il Tramonto delle Cassanate”

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