Il 19 novembre 1995 Gianlugi Buffon fa il suo esordio in serie A a 17 anni, in Parma Milan, che finisce zero a zero. Da lì comincerà la sua inarrestabile carriera che lo porterà alla Juventus, alla Nazionale, alla vittoria di scudetti e coppe, compresa quella del mondo.
Gli italiani chan le palle
Nel 1999 la prima “buffonata”: il ragazzino si presenta in campo con la solita maglietta da portero, ma taggata in proprio: “Boia chi molla” c'è scritto.
Viene deferito. Il /Resto Del Carlino /propone a suo modo la questione (e già rieccheggiano revisionismi storici che allora forse erano rari, oggi decisamente di dominio pubblico, ahimè):/ “Il «mostro» è servito. Gianluigi Buffon è stato deferito alla commissione disciplinare della lega nazionale professionisti . Quella scritta sulla maglietta «Boia chi molla» di presunto stampo fascista che il saggio Zoff ha definito una goliardata, rischia di far squalificare il portierone di Parma e Nazionale. Da quest'estate vige infatti la regola che vieta ai calciatori di indossare magliette con slogan vari, come è successo l'anno scorso. Peccato poi che Weah — a Lecce indossò anche lui maglietta con lo slogan «gol» — è stato graziato: due anni e mezzo fa Lucarelli esultò a Livorno alzando la sua maglietta azzurra under 21 e facendo spuntare un bel Che Guevara, dono degli ultras livornesi. La passò franca: non c'era la norma e poi c'era il Che, sinonimo di immunità.” /Zoff la definiì una goliardata. E certo.
Doppie palle
Settembre 2000: è tempo di scelta dei numeri da avere sulla schiena. Il marketing depoetizza il calcio e concede ad ogni giocatore un numero proprio. Fioccano i 99, portieri con il 10, centravanti con il 3 (perché numero dell'idolo dell'NBA….), alla faccia del 2 terzino destro, del 5 stopper o centro mediano metodista (Falcao), il 9 il centravanti (anche se io ho sempre preferito la scelta degli Albioni di avere l'8 e il 7 come numero dei goleador), del 10 fantasista. Buffon, originale come al solito, sceglie l'88 (per i nazi 88 equivale a Heil Hitler poiché la H è l'ottava lettera dell'alfabeto). Bufera, quasi, di nuovo. "Sono dispiaciuto soprattutto per la mia famiglia che mi ha insegnato valori che nulla hanno a che vedere con quello di cui mi si accusa. In casa abbiamo parlato piu' volte dell'olocausto e dell'antisemitismo ed essere accusato di queste cose mi fa soffrire. Ma se questo fatto continuera' a creare problemi sono disposto a cambiare maglia", fa sapere Buffon che riferisce l'88 al fatto “di entrare in campo con i doppi attributi”. Zoff non si esprime.
Popopo e forza nuova
Poi arriva la Juve, lo stile Juve, ed eccolo con il numero 1 e un po' di anni di silenzio o al massimo, di gossip, per le gnocche alle quali Buffon si accompagna. Poi il ragazzo cresce, sembra cambiato, vince il Mondiale e insieme agli altri si presenta al Circo Massimo a gustarsi l'orgia di popopopopo. Ma anche in quell'occasione il ragazzaccio fa la sua bravata (tutti i termini sono volutamente eufemistici…ma sono quelli utilizzati dai media attuali): ebbro di gioia sventola un tricolore con scritto «Fieri di essere italiani. Fidene presente» (Fidene è un quartiere romano, ndr). In basso al tricolore una bella croce celtica. Ci scommetto che Buffon è destro.
http://italy.indymedia.org/news/2006/07/1110255.php