Euro2012: Alla fiera dell’Est

Smacco, delusione, verdetto sorprendente: a organizzare gli Europei di calcio del 2012 saranno Polonia e Ucraina. Per l’Italia addio a un bel gruzzolo, circa 900 milioni di euro, e un restyling di immagine che avrebbe forse permesso di dimenticare gli scandali e i mali del calcio italiano. La vittoria della strana coppia, Polonia e Ucraina, è stata annunciata ieri mattina a Cardiff dall’Uefa, per bocca del suo presidente Platini, le cui parole hanno trasformato i baldanzosi sguardi dell’intellighenzia italiana, in volti torvi e rassegnati. Il video che gira su Internet è già leggenda.
Quasi nessuno aveva dubbi alla vigilia, l’Italia era considerata – e si considerava – la favorita. «Siamo o non siamo i campioni del mondo?», sembrava sussurrare ogni passo a Cardiff della nostra delegazione. Ancora durante il week end sportivo i pronostici di editorialisti e ospiti delle trasmissioni televisive non avevano dubbi disfattisti: vinceremo. E invece ha vinto l’accoppiata Polonia Ucraina, con un punteggio netto nelle votazioni, per la felicità di Sergei Bubka, ex primatista di salto con l’asta, membro del comitato di sostegno alla candidatura ucraina che avverte, «è un nuovo slancio per i paesi dell’Est».
Il post voto è un susseguirsi di teorie e motivazioni che riguardano le cause della sconfitta e ce n’è per tutti: dalla congiura di Platini, allo scarso peso del Governo, dalla scelta politica dell’Uefa di dare una chance sportiva ai nuovi orizzonti a est della Comunità europea, ai nuovi sviluppi di Calciopoli, alla morte di Raciti e la violenza generale che aleggia nel calcio italiano.
 
 

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The Day After

Cronaca in soggettiva della ripresa del campionato allo Stadio Olimpico di Roma:

strani giorni questi.
strani giorni per chi è abituato ad andare allo stadio dalla fine degli anni 70.
strani giorni per chi ha visto questo mondo cambiare, trasformarsi, chiudersi, alienarsi.
mi sveglio con la sensazione che non ho voglia di andarci.
mi capita sempre più spesso ma so bene che se rimanessi a casa sarebbe peggio. 
 

 

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La politica è mobile qual piuma al vento (riassunto di cosa è cambiato dopo i fatti di Catania)

Bene, ormai sono passate due settimane dai fatti di Catania e possiamo elaborare con una dignitosa prospettiva le loro conseguenze. Diciamo subito, così per non confondersi, che l'Italia si conferma una Repubblica delle Banane, dedita al trasformismo (ah, il caro vecchio Giolitti…) e all'emergenzialismo becero, giustizialista e ipocrita.

I fatti di Catania hanno scatenato l'inferno solo perché a rimanere ucciso è un rappresentante delle forze dell'ordine. Ben riassume questo punto di vista uno striscione doriano ieri: "I morti meritano tutti rispetto, anche quelli che vi dimenticate". Come di consueto in queste situazioni diventa tabù cercare di parlare del problema indipendentemente dai fatti. In tutto il marasma, il più ignobile dei personaggi del calcio italiano, Antonio Matarrese, è l'unico che getta a terra la maschera dell'ipocrisia, rivelando un ammirabile cinismo: "Lo spettacolo deve continuare". Ed è proprio questo che succederà.

Di fatto le conseguenze legislative dei fatti di Catania sono un decreto legge in alcuni passaggi palesemente incostituzionale (in quanto istituisce non solo un generico reato di opinione, ma anche pene comminate sulla base del sospetto, cosa palesemente contraria all'ordinamento giuridico per come lo conosciamo). Il dibattito politico riabilita la legge Pisanu che tutti avevano criticato, e che in assenza di idee migliori diventa magicamente un toccasana: stranezze delle mutazioni nelle opinioni politiche. 

 

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Quanta retorica, quanta ipocrisia per dire: repressione, repressione, ordine, severità

''' da liberazione del 06.02.07''' 

Quanta retorica, quanta ipocrisia per dire: repressione, repressione, ordine, severità
di Massimo Ilardi
 
Condannare la violenza è giusto, ma condannarla con argomenti che fanno rabbrividire la ragione vuol dire esercitare la stessa violenza che è esplosa sulle strade di Catania.
 
 

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ucci ucci, sento odor di… felino

 

tratto da: http://www.datasport.it/leggi.aspx?id=4243850 

Fatti Catania: ultra` `Morti?Pochi in percentuale`
 
 

(AGM-DS) – Milano, 6 febbraio – Nomi e cognomi in questi casi non se ne fanno. Pero` e` giusto anche sentire chi vive, o ha vissuto la realta` della curva. Cosi`, dopo i tragici fatti di Catania, Datasport e` andata a sentire chi della curva ha respirato per anni l’acre odore dei fumogeni. Ne` nomi, ne` iniziali: chi ci risponde preferisce farsi denominare ‘ex assiduo frequentatore della Curva Sud del Milan’.
Le sue risposte pero` sono dirette, senza giri di parole, lontane dalla ricorrente ipocrisia che ha spesso riempito i media negli ultimi giorni.

 

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Gianluigi Buffon, un balilla d’oro: ci scommetto!

Buffon è stato archiviato in merito all'accusa di calcio scommesse: avrebbe infatti giocato (cifre astronomiche, su vittorie istantanee, due secondi e via mille euro…) su altre partite e in fin dei conti con i soldi suoi, ci fa quel che vuole.
Il 19 novembre 1995 Gianlugi Buffon fa il suo esordio in serie A a 17 anni, in Parma Milan, che finisce zero a zero. Da lì comincerà la sua inarrestabile carriera che lo porterà alla Juventus, alla Nazionale, alla vittoria di scudetti e coppe, compresa quella del mondo.

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Galliani, luci…e ombre

«Il Milan del futuro dovrà ricordare l’organizzazione di società come Warner Bros e Walt Disney».

Lo ha detto Adriano Galliani qualche tempo fa. Sicuramente il calcio italiano futuro, e passato, è sempre apparso in bilico tra produzioni di teatro dell'assurdo e commedia dell'equivoco italiana. Adriano Galliani ha visto oggi diminuire la sua pena inflitta nei processi sportivi di calciopoli: dal 23 dicembre sarà di nuovo nelle sue piene potenzialità di dirigente milanista. Alzi la mano, in prima battuta, chi si accorgerà della differenza, che tanto siamo in Italia.


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Palloni dorati, gambe tese, gomiti larghi. Vita di Fabio Cannavaro, calciatore.

[Premessa 1

Quest’articolo inaugura la sezione di AdMinchiam che verrà dedicata ai protagonisti del mondo dello sport. Il titolo della sezione “Vite delli uomini illustri” è uno sfacciato plagio di una sezione del Cattomoderasta, cui dobbiamo almeno una parte di ispirazione…]

 

[Premessa 2 (flashback)

Quest’articolo evidentemente inaugura anche l’attività di AdMinchiam: un occhio sullo sport ripulito da patriottismi, politicismi, buonismi e… reumatismi. Un progetto che nasce senza sapere dove andrà a finire, ma nel quale ogni contributo sarà ben accetto e incoraggiato.

Uno sputo sull’informazione sportiva così come viene propinata dai media mainstream, uno sputo regalato con le parole dell’unico, grande, Professore del mondo del calcio:

“Lei, laggiù in fondo, mi deve ascoltare. Altrimenti io sto qui a parlare ad minchiam” (Prof. Franco Scoglio, rivolto ad un giornalista in conferenza stampa).]

  

Fabio Cannavaro ha vinto il pallone d’oro 2006. Una notizia di scarsissimo interesse, è vero. Quanto è vero che scarso è l’interesse che ormai stimola il premio assegnato dalla rivista francese, una sorta di teatrino in bilico tra i “contentini” geopolitici stile Nobel per la letteratura e gli interessi commerciali alla Festival di Sanremo. Le motivazioni sono evidenti: nell’anno del mondiale bisogna premiare che ha vinto la coppa del mondo; e quando tra i vincitori manca un campione o un leader, si premia il capitano che è più facile da trovare nelle foto. Tutto qua.

Cannavaro è uno dei vincitori della coppa del mondo, rocambolescamente conquistata dalla nazionale “poropopopo” italiana… una squadra in cui i fenomeni, con Totti in ombra causa infortunio, scarseggiavano. Ed ecco che, come dieci anni fa, si ripiega sul capitano: allora fu il carismatico Sammer in una Germania campione d’europa nonostante un Klinsmann autore di un europeo anonimo, stavolta è Fabio Cannavaro. Del premio in questione, si sarà capito, mi importa poco; ne ha scritto già, molto bene, Paolo Ziliani; mentre altri ne hanno approfittato per scrivere di un premio assegnato alla razza piave. Mi interessa di più esaminare il vincitore, non foss’altro perchè quest’ultima onoreficenza lo indica come uno dei calciatori più forti del mondo, forse anche come un esempio. Tanto vale, dunque, andare a vedere chi è tale Fabio Cannavaro…

 

 

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